Giovanni Cupidi. Le vostre intenzioni alle nostre vite.
di Giovanni Cupidi
Sono
laureato in Scienze Statistiche ed Economiche e ho conseguito il
Dottorato di Ricerca in Statistica Applicata presso l'Università degli
Studi di Palermo. Ho 36 anni e dall'età di 13 anni sono affetto da grave
tetraplegia causata da un'ischemia dell'arteria midollare cervicale. Mi
trovo, quindi, in condizione di completa non autosufficienza,
dipendendo così totalmente dagli altri nell'espletare ogni atto della
vita quotidiana.
Fino all'Agosto 2003 si sono presi cura di me i
miei genitori consentendomi di vivere e di soddisfare tutte le mie
necessità, senza mai avere nessun aiuto dalle amministrazioni locali o
da altri enti. Purtroppo il 28 Agosto 2003 mio padre, il Prof.
Gianfranco Cupidi docente della Facoltà di
Medicina e Chirurgia
titolare della cattedra di Geriatria presso l'Università di Palermo e
Delegato del Rettore per la Disabilità, è prematuramente ed
inaspettatamente deceduto. Si comprenderanno bene le
condizioni
drammatiche e di continua emergenza in cui ci siamo ritrovati io e mia
madre e solo grazie all'aiuto di alcuni amici e parenti siamo riusciti a
sopravvivere, in quanto, essendomi rivolto al Comune di Misilmeri (PA)
in cui risiedo, non abbiamo ricevuto nessuna minima assistenza.
Solamente nel Giugno 2004, dopo estenuante richiesta e attesa,
l'Assessorato della famiglia delle politiche sociali e delle autonomie
locali della Regione Sicilia ha finanziato un progetto di assistenza
denominato "Per una vita autonoma" per la durata di 6 mesi.
Negli
anni successivi e fino al dicembre 2010 l'Assessorato ha annualmente
finanziato,seppur tra enormi difficoltà per l'approvazione, un progetto
di assistenza domiciliare presentato dal Comune di Misilmeri, in cui
risiedo. Tale progetto prevedeva una assistenza domiciliare H24 con
cinque operatori impiegati (OSA e ausiliari), che riusciva a soddisfare
tutte le mie esigenze primarie e mi permetteva di svolgere la mia
attività di studio, prima, e lavorativa, dopo, presso l'Università di
Palermo.
Nel 2011, sempre il medesimo Assessorato ha deciso di non
rinnovare questo stesso progetto di assistenza, determinando di fatto
una interruzione immotivata del servizio.
Successivamente e a
tutt'oggi l'Assessorato ha deciso di rinnovare il progetto di assistenza
notevolmente ridimensionato non garantendo più un H24 ma al massimo
H16. Inoltre la continuità assistenziale è stata più volte e lungamente
interrotta e solo dopo essermi rivolto al TAR tali progetti sono stati
effettivamente messi in opera (vicenda ben più complessa che ho comunque
sintetizzato) con riconoscimento da parte del TAR stesso del procurato
"danno esistenziale".
Tale progetto di assistenza inoltre è in
scadenza il 1 dicembre 2013 e al momento non vi è nessuna iniziativa per
il proseguio dello stesso se non un recente avviso sui F.N.A. diramato
dall'Assessorato regionale alla Famiglia che a mio modesto (ma
competente) parere non può soddisfare le mie reali necessità e con tempi
di attuazione lunghi.
Della mia situazione personale ho più volte
messo a conoscenza il Prefetto di Palermo, Il Ministero delle Politiche
Sociali, il Dipartimento per le Pari Opportunità e la Presidenza della
Regione, la Presidenza del Consiglio e la Presidenza della Repubblica
chiedendo interventi solleciti.
Una adeguata assistenza è, senza
alcuna esagerazione, necessaria per la mia sopravvivenza, dato che la
mia patologia mi espone a gravi complicanze se non accudito in maniera
corretta e negli ultimi anni ho più volte dovuto subire ricoveri in
rianimazione per la mie precarie condizioni fisiche. Inoltre la mancata
assistenza mi preclude di fatto il normale svolgere delle mie attività
sociali e lavorative, rendendo, di fatto, vani gli enormi sacrifici
affrontati da me e dalla mia famiglia per la mia educazione e
formazione.
Metto a disposizione le mie competenze maturate in
ambito professionale e dell'istruzione oltre alle esperienze personali.
Infatti anche se il mio percorso di studi è stato improntato allo
studio e alla specializzazione delle materie statistiche ed economiche,
ho indirizzato la mia preparazione e ampliato le mie competenze anche
agli aspetti informatici e alle tematiche della salute, della disabilità
e al superamento delle barriere mentali, e non, che si pongono davanti.
Ho cercato, quindi, di portare nell'ambito lavorativo il mio bagaglio
culturale collaborando e sviluppando diversi progetti sia in gruppo che
singolarmente.
È quindi indispensabile la realizzazione di un
progetto di assistenza o meglio la predisposizione di un vero e proprio
"piano per la vita" quanto meno pari a quello previsto fino al 2010 e
adeguato alle mie necessità quotidiane personali e familiari, dato che
solo la continua presenza di mia madre (sessantacinquenne) in casa ha
potuto in parte supplire alle carenze assistenziali.
(Estratto della lettera inviata alle Istituzioni sopra citate)
giovannicupidi.wordpress.com
giovannicupidi@gmail.com
3349514327
Sono esterrefatto, questa nazione è comandata insensibili e inetti, che non si rendono conto che la disabilità è una relazione tra un individuo con un determinato stato di salute e il suo ambiente e, operando sul secondo elemento, si migliorano o addirittura si eliminano i limiti dovuti dal primo.
RispondiEliminaSono un assistente sociale specialista, con invalidità, ma l'assistenza la effettuo come caregiver a mia moglie affetta da amiotrofia spinale, con seri problemi di deambulazione ecc..
Sono anche segretario di un'associazione O.N.L.U.S. Com.t.i.c. e se ci riesco, vorrei organizzare un convegno sulla disabilità + tante altre iniziative.
Si cerca di uscire da un mondo ottuso, antiquato, che ancora vede nel perfetto stato fisico la base scontata di ogni individuo, malgrado così no sia più da un pezzo, visto che all'abbattimento delle infezioni virali e contagiose, si sono sostituite quelle patologie croniche, oltre ai vari tipi di neoplasie ecc.
Posso consigliarLe di rivolgersi all'estero! Germania, ma anche Lituania, Svezia, Norvegia. Non ho i contatti diretti necessari, però si possono facilmente reperire.