Lavoro, stop ai contributi per chi assume lavoratori disabili
Il ministero del Lavoro e delle Politiche sociali non intende
rifinanziare il fondo previsto dalla legge 68/99, che ha erogato nel
2014 oltre 21 milioni di euro alle aziende che avevano assunto a tempo
indeterminato circa 1.500 disabili
ROMA - Il fondo per il diritto al lavoro dei disabili, previsto dalla
legge 68/99 sul collocamento obbligatorio, non sarà rifinanziato per
l'anno 2015: dopo due anni consecutivi di incremento delle risorse,
dunque, non ci saranno più soldi né per dare contributi ai datori di
lavoro che assumono lavoratori disabili a tempo indeterminato attraverso
le convenzioni né per concedere i rimborsi parziali delle spese
sostenute dalle aziende per l'adattamento del posto di lavoro. E' questo
l'intendimento del ministero del Lavoro e delle Politiche sociali,
presso il quale la legge 68/99 aveva istituito il fondo e che ha il
compito ogni anno di procedere al riparto delle somme fra le regioni.
Il Fondo, partito con oltre 51 milioni di euro nel 1999-2000,
aveva potuto contare fra il 2001 e il 2006 su una cifra annua di poco
inferiore ai 31 milioni di euro, diventati poi 37 milioni nel 2007 e 42
milioni annui fra il 2008 e il 2010. Del 2011 la scelta di
ridimensionarlo fin quasi all'azzeramento, con un taglio netto superiore
al 90%: la dotazione per quell'anno fu di appena 2 milioni 725 mila
euro, ulteriormente scesi nel 2012 a 2 milioni 430 mila euro. Primo
segnale di ripresa nel 2013, con una dotazione di 12 milioni 590 mila
euro, diventati poi 21 milioni 845 mila euro per il 2014. Era stato il governo Letta a volere quest'ultimo incremento, anche in considerazione della decisione della Corte di Giustizia europea che nel luglio 2013 richiamò ufficialmente l'Italia
per l'inadempienza del nostro paese nel garantire ai lavoratori
disabili parità di trattamento. La Corte, con sede a Lussemburgo,
affermava in quella circostanza che "l'Italia non ha ancora messo in
atto misure efficaci ed appropriate per un effettivo inserimento
professionale delle persone con disabilità" e chiedeva di porre rimedio
quanto prima a questa inadempienza.
Nei primi mesi del 2014, il ministero del Lavoro e delle
Politiche sociali aveva provveduto al riparto delle annualità 2013 e
2014 del Fondo, che ancora risultavano giacenti: le risorse
stanziate per l'esercizio finanziario 2013 sono state ripartite con il
decreto 530 del 21 febbraio 2014 (per un totale appunto di 12.590.387
euro), e quelle relative all'esercizio 2014 con il decreto 155 del 12
maggio 2014 (per 21.845.924 euro). Soldi che, come da normativa, sono
andati a soddisfare le richieste relative alle assunzioni a tempo
indeterminato stipulate nei 12 mesi precedenti alla data di emanazione
dei rispettivi decreti di riparto. In particolare, gli oltre 21
milioni di euro del Fondo 2014 - l'ultimo disponibile - sono andati a
coprire 1.464 assunzioni avvenute nel periodo compreso fra l'11 maggio
2013 e l'11 maggio 2014.
Se l'intenzione di non rifinanziare il Fondo per il 2015 sarà
confermata, rimarranno senza contributo non solo quei datori di lavoro
che assumeranno d'ora in poi, ma anche quelli che hanno già assunto dal
12 maggio 2014 scorso in avanti. Per chi ha stipulato convenzioni in tal senso, è una gran brutta notizia:
basti pensare che gli oltre 21 milioni dell'ultimo riparto hanno
coperto una parte consistente del costo salariale annuo (pari a 28
milioni 679 mila euro) sostenuto per le 1.464 assunzioni di cui sopra
(la quota maggiore, 13 milioni di euro su 21 complessivi, era andata a
Lombardia, Veneto e Piemonte, le cui aziende avevano assunto da sole
circa 850 disabili sui 1.464 totali).
La decisione che si profila per il 2015 arriva in un momento particolarmente critico per il lavoro delle persone disabili: la Relazione al Parlamento sull'attuazione della legge 68/99,
predisposta proprio dal ministero del Welfare, ha fotografato nel
biennio 2012-13 una riduzione dei nuovi avviamenti (calati nel 2013 al
minimo storico, poco più di 18 mila) a fronte di un numero di iscritti
alle liste del collocamento obbligatorio che rimane molto alto (oltre
676 mila disabili) e ad un numero di posti scoperti rispetto alle quote
di riserva che arriva fra pubblico e privato a superare quota 41 mila.
Istituito presso il ministero del Lavoro e Politiche sociali dall'art.
13, comma 4, della legge 68/99, il Fondo per il diritto al lavoro dei
disabili è stata una delle principali innovazioni introdotte da quella normativa e ha rappresentato finora un valido strumento di incentivazione a favore dei datori di lavoro che assumono lavoratori disabili
nell'ambito di convenzioni stipulate dalla stessa normativa. Fino al
2007, in verità, aveva finanziato le misure di fiscalizzazione dei
contributi previdenziali e assistenziali a carico del datore di lavoro e
gli oneri derivanti dall'assicurazione obbligatoria contro gli
infortuni sul lavoro per i disabili tirocinanti, oltre al rimborso
forfettario parziale delle spese sostenute per l'adattamento del posto
di lavoro. In seguito alla modifica attuata con la legge 247/07 è stato
poi introdotto in favore dei datori di lavoro un contributo per ogni
lavoratore disabile assunto a tempo indeterminato attraverso le
convenzioni previste dalla legge 68/99; confermando l'agevolazione di tipo economico relativa al rimborso parziale delle spese sostenute per l'adattamento del posto di lavoro.
Il contributo per i nuovi assunti può partire dal 25% del costo
salariale del soggetto e arrivare per i lavoratori con disabilità più
grave fino al 60% del costo salariale. Il tutto a condizione che
l'assunzione sia avvenuta con contratto di lavoro a tempo indeterminato e
che il rapporto di lavoro sia ancora in essere. Le risorse del fondo
nazionale vengono ripartite fra le regioni secondo i criteri individuati
nel DM 27 ottobre 2011. (ska)
(31 ottobre 2014) fonte principale:http://www.superabile.it/web/it/CANALI_TEMATICI/Lavoro/News/info-179217901.html
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