Disabili: CGIL, dopo sentenza Ue abolire norma su ‘reparti confino.
Dopo la sentenza della Corte di
giustizia dell’Unione europea, che ha condannato l’Italia per le norme
sul lavoro per i disabili, il primo atto da fare è quello di abolire
l’articolo 9 della legge 138/11 (la cosiddetta manovra di ferragosto
targata Tremonti-Sacconi) che prevedeva la sterilizzazione delle norme
previste dalla legge 68/99 sul collocamento per i disabili e riproponeva
il rischio dei reparti ‘confino’”. E’ quanto afferma il segretario
confederale della CGIL, Serena Sorrentino, in merito a quanto stabilito
oggi da una sentenza dalla Corte europea.
“Ciò che è accaduto nella crisi –
prosegue la dirigente sindacale – è che le aziende potendo derogare le
compensazioni territoriali e non avendo più vincoli stringenti
sull’attuazione delle previsioni sul collocamento hanno penalizzato i
lavoratori diversamente abili”. La sentenza di oggi, osserva,
“interviene sulla ‘mancata imposizione a tutti i datori di lavoro
dell’adozione di provvedimenti pratici ed efficaci a favore di tutti i
disabili: non avendo stabilito questo obbligo, l’Italia è venuta meno ai
propri impegni derivanti dal diritto dell’Unione’. Ripristinare
congruamente il fondo per l’inclusione dei lavoratori disabili, abolire
l’articolo 9 della manovra dell’agosto del 2011 e investire nella
formazione dei lavoratori più fragili sono la risposta da dare a questa
sentenza – conclude Sorrentino – che ci chiede di ripristinare dignità
nel lavoro dei soggetti più fragili”.
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